di Marina Crisafi - Oggi la Camera ha dato il via libera al decreto che abroga i voucher lavoro con 232 voti favorevoli (52 contrari e 68 astenuti), respingendo tutti gli emendamenti al testo. Il d.l. ora si avvia all'esame del Senato per ricevere il sì definitivo alla conversione in legge entro la scadenza del 16 maggio. Ed entro tale data, anzi "entro il 15 maggio", secondo quanto annunciato dal capogruppo di Ap-Ncd a Montecitorio, Maurizio Lupi, a margine di un incontro col premier, dovrebbero arrivare anche le soluzioni alternative per regolamentare il lavoro saltuario, evitando così vuoti normativi.
Il decreto n. 25/2017, infatti, oltre a ripristinare la responsabilità solidale negli appalti, sopprime interamente la disciplina del lavoro accessorio (abrogando gli artt. 48, 49 e 50 del Jobs Act) lasciando un regime transitorio per i tagliandi già richiesti fino al 17 marzo 2017 (ossia la data di entrata in vigore del decreto) che potranno essere usati fino al 31 dicembre.
Le alternative ai voucher
Mentre ancora sono diverse le ipotesi al vaglio dell'esecutivo, dai centristi (Ap-Ncd) arriva la prima proposta di legge di riforma dei voucher.
Presentato oggi nella sede del partito a Roma, il ddl di Ap, dal titolo "Ampliamento delle possibilità di utilizzo del lavoro intermittente, introduzione degli istituti del lavoro a orario ridotto e del lavoro occasionale" si poggia su tre capisaldi (i buoni famiglia, i mini-contratti e il lavoro intermittente a chiamata), il tutto per evitare che l'eliminazione dei voucher per il lavoro occasione riporti "nel nero e nell'evasione fiscale migliaia di giovani, di precari, di disoccupati che avevano in questo strumento una concreta possibilità di lavoro saltuario e di arrotondamento del bilancio familiare".
Buoni famiglia orari da 12 euro
La proposta di legge introduce i buoni famiglia, ossia buoni orari da 12 euro esenti da Irpef (ma con Inail al 7% e Inps al 12%), da usare per i lavori occasionali presso le famiglie e le associazioni di volontariato.
Il compenso massimo annuale è pari a 7.500 euro (che diventano 2mila se proviene da un solo committente).
I buoni inoltre non sono cedibili, sono numerati progressivamente e datati.
Lavoro intermittente a chiamata
La pdl di Ap propone, inoltre, il lavoro intermittente a chiamata con contratti a termine o a tempo indeterminato destinati ai lavori discontinui in tutti i settori economici e senza limiti di età.
Il tetto di utilizzo è di massimo 400 giornate lavorative in tre anni.
Il meccanismo proposto prevede che il lavoratore offra la propria disponibilità all'azienda e attenda la chiamata, percependo per la disponibilità stessa una indennità di attesa.
Mini-contratti
La proposta prevede, infine, l'introduzione dei mini-contratti, ossia di contratti di lavoro a orario ridotto in tempi predeterminati, per un tetto massimo di 70 giorni annui (o di 500 ore lavorative), con un reddito limite di 7.500 euro e un costo orario di 12 euro.
Anche tale prestazione, come i buoni famiglia, sarebbe esente da Irpef, mentre il datore di lavoro dovrebbe versare il 7% all'Inail e il 13% all'Inps.
La differenza, rispetto al lavoro a chiamata, consiste nel fatto che in tale tipologia contrattuale il lavoratore concorda direttamente con l'azienda il periodo della prestazione, predeterminandolo nell'arco di tempo settimanale, mensile o annuale.
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